La malattia con inaudita violenza ha tentato di privarmi dell’unico tempo che conta davvero. Il mio faccia a faccia con i suoi mille volti ha sconvolto e distrutto definitivamente il mio equilibrio, già precario e vessato, una domenica pomeriggio di dicembre che resterà scritta nella memoria del tempo e che ha lasciato un segno profondissimo dentro di me.
Un nuovo confine netto, preciso tra uno strano gioco di un prima e un dopo. Prima la gioia di una sorpresa inaspettata, di quel te bevuto tra sorrisi sinceri e nuove certezze. Dopo la consapevolezza che lei la malattia può strapparti tutto in un istante. L’attimo prima cantavo felice stringendo le mani di chi ha scelto di esserci per me e l’attimo dopo mi rendevo conto che respirare era la cosa più difficile che avessi mai fatto. L’unica cosa a cui riuscivo a pensare è che dovevo correre, dovevo essere più forte, più cattiva e bastarda di quel mostro che vive in me.
Oggi tornare a quei momenti suscita in me emozioni contrastanti. Risento montare la rabbia cieca e il dolore. Risento la paura tornare prepotentemente a scuotermi. Risento prevaricare l’impotenza, mentre una fredda glaciale razionalità tirava le fila di ogni gesto, facendo scudo ad un cuore che in quel momento sapeva di dover solo continuare a battere e che oggi batte più forte che mai.
C’è un attimo che non riesco a dimenticare. Vede me, ormai al sicuro, alzarmi dal divano, fare pochi passi, aprire la porta della cucina che da al giardino, uscire e accovacciarmi sul vialetto. Ricordo che allargai le braccia, rivolsi gli occhi al cielo e respirai con tutta la forza che mi era rimasta. Non riuscivo a dire nulla, volevo solo respirare, sentire il freddo sulla pelle, guardare il cielo ormai buio e continuare a respirare. All’improvviso sentì due calde lacrime scendere piano e bagnarmi il viso, è così che capì che era accaduto davvero, che dopo anni lei era tornata a ricordarmi il valore di ogni attimo, di ogni fottuto istante. E lì nel buio mi è sembrato di poterla vedere mentre si voltava e si allontanava piano, non prima di avermi sussurrato “Ti ho regalato altro tempo.” Asciugai in fretta quelle lacrime, e sperai con tutta me stessa che quel gesto bastasse a cancellare tutto. Ingoia a forza quel dolore e mentre un brivido mi attraversava la schiena rientrai dentro.
Sono arrivata ad un passo dalla fine, nascondendo al mondo quegli attimi. Li ho rinchiusi nel silenzio, mettendo a tacere ogni sentire, decisa a tornare solo se davvero pronta a svestirmi della paura, della rabbia, dell’angoscia. Ho attraversato il buio spinta dal desiderio sempre crescente di ritrovare la luce. Mostrarmi al mondo resta per me una sfida e trovare il coraggio di farlo vestendo poi il dolore dell’autentica gioia di vivere la vittoria più grande.
Ho accolto il nuovo anno grata alla vita di esserci, di poterla respirare, pervasa da un’impagabile sensazione di libertà, consapevole di quanto sia prezioso ogni attimo. Ho ancora tempo. Tempo per pensare, per credere, per comprendere. Ho ancora tempo per scegliere, per scegliermi. Ho scelto di amarmi, di farlo senza più dimenticarmi di me stessa.
Il dolore non ha ferito solo il mio corpo, ma ha letteralmente ridotto in mille miseri brandelli quel velo con cui mi sono ostinata a coprire mancanze, assenze, vili giustificazionismi. In un cattivo gioco di maschere e figuranti tutto ciò che mi circondava si è svestito di ogni bugia. Il chiasso assordante di parole prive di valore, di misere chiacchere, di tutti quei giudizi sparsi dietro le mie spalle, pronti a colpirmi, a pugnalarmi è diventato il più dolce dei silenzi.
Ho stretto forte a me il dolore, la delusione cocente e ingiustificata. Ho lasciato che la mia mente ricordasse e si scontrasse con ognuna di quelle parole che mi avevano umiliata. Ho sentito, senza però volervo respingere, quell’umano senso di solitudine che ti assale, ti pervade, ti ferisce quando tutto intorno percepisci il vuoto.
Dentro di me oggi si è accesso un fuoco sacro, che divampa e si alimenta giorno dopo giorno. È un tempo nuovo e prezioso quello con cui voglio scandire i miei giorni. Sono nuove e profonde le mie consapevolezze, nuovi e lucenti i miei sorrisi. Sono nuovi e pieni di vita i miei respiri. Mi guardo allo specchio, sorrido..Ho ancora altro tempo!