Per te, G.


Questa parole sono per te. Per te che ti guardi intorno e ti accorgi che niente di ciò che ti circonda sembra appartenerti più. Per te che sai che adesso la tua vita non è più la stessa, che esiste un prima e un dopo, che non nonostante tutti lo ignorino, o peggio lo neghino, tu sei cambiata. Per te che non riesci a perdonarti per questo tuo sentirti fragile, che hai persino pensato di mollare e che subito ti sei accorta che il solo pensarlo è stata follia, un torto verso chi ti ama davvero. Sono solo parole, lo so. Sono piccole e forse tanto fragili, ma ciò che ti chiedo è di ascoltarle. Prendile e custodiscile dentro di te. Fai un pò di posto accanto al tuo dolore e lascia che io possa sedermi accanto a voi. Sono qui per restare, nessun giudizio, nessuna lezione. Io lo sento il tuo dolore e vedo te, con quegli occhi profondi come il mare, scuri come una tempesta. Buchi neri che a guardarli mi si stringe il cuore, che fanno male.
Li guardo i tuoi occhi, e per un attimo rivedo miei, di un tempo ormai lontano ma di cui porterò per sempre i segni addosso. La fragilità è la bellezza di chi si è riscoperto umano, di chi ha colto il coraggio nel silenzio. Questa nostra guerra vissuta a porte chiuse pretende riscatto, ma c’è tempo, possiamo restare ancora un pò qui, l’una accanto all’altra.
La vita ti ha donato altro tempo, ti ha dato nuovi respiri e lo ha fatto perchè tu non hai mollato, hai combattuto contro un mostro più grande di te, hai sopportato il freddo, hai respirato cattivi odori, ti sei persa fissando il bianco delle pareti di stanze asettiche, mentre le tue vene si riempivano di veleno e speranza. Hai accettato di essere spogliata, toccata, lavata, e vestita da mani che non conoscevi. Hai visto il tuo corpo cambiare, diventare altro. 
Hai firmato protocolli, hai sentito la paura e la disperazione prendersi gioco di te.
Sei morta e rinata più e più volte.
Riesci a sentirli i nostri respiri e il battito dei nostri cuori? Siamo vive, siamo sopravissute. Supersisti di battaglie ingiuste, che ci hanno colte alla sprovvista, che ci hanno viste cadere rovinosamente a terra e lottare con le unghie e coi denti per rialzarci, per continuare ad esistere. Schiacciate in quel senso di colpa che non ci molla, ci sentiamo colpevoli per aver pensato di esser rimaste sole, per quell’esserci sentite abbandonate, dimenticate dal mondo. Il dolore abbaglia, la malattia dilania, acceca, ti priva di ogni certezza. Il buio spaventa, la fine atterisce, ma il tuo tempo ora batte un altro ritmo, un ritmo nuovo. Perdona te stessa per questa tua umana fragilità, la tua anima si è infranta in mille pezzi, ma il tuo cuore non ha mai smesso di battere. Ascolta il suo battito, e ritrova il coraggio di amarti. Sei perfetta, sei perfetta e bellissima. Amati, torna ad amare il tuo essere donna. Sii fiera del tuo essere madre. Il loro essere oggi giovani donne bellissime e dall’animo attento, gentile, forte, coraggioso e resiliente è il tuo miracolo, e deve essere oggi quella spinta a rinascere. Prenditi ogni respiro libero che la vita ti deve, non accettare più niente di meno di ciò che meriti. Non elemosinare amore, non cercare approvazione da chi ti guarda con occhi pieni di pietà. Proteggi il tuo dolore ed esalta la tua forza, sii orgogliosa di quel tuo viso provato e stanco, e delle cicatrici che porti addosso. Sei rinata dalle tue stesse ceneri, accogli la vita dentro di te e lascia che sia l’amore vero, puro e infinito delle tue principesse a mostrarti che il bello esiste, e può tornare ad illuminare la tua vita. Io sarò mille passi dietro di voi, ma sempre pronta a venirvi incontro ed  abbracciarvi con tutto l’amore che ho dentro.


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