Sei forte. Una parola che sento ripetermi spesso. Un aggettivo che dovrei sentire mio, espressione di una capacità che dovrebbe risultare come un valore aggiunto. Ma cosa significa davvero? Cos’è la forza? È forse il volercela fare? O magari il non arrendersi? O l’ostinato tentativo di respingere il dolore, il volerlo trasformare, ad ogni costo, in sorrisi, in respiri liberi? È il mio voler esistere, il mio aver imparato a ripetermi da sola “Ehi Nerina, va tutto bene!”?
Io non lo so, non lo so davvero. Perchè è difficile, è difficile mischiare alle lacrime e al sangue qualcosa che tu non avresti mai voluto dover essere. Ma se questo mio essere è forza, allora Sì, sono forte, ma ho dovuto imparare ad esserlo. Che altra scelta avevo infondo? Nessuna. Nessuna se significa perdere, se significa fine. Non la voglia la fine, non li voglio altri addii, non voglio continuare a perdere. Non voglio più silenzio, non voglio altro dolore, quello che ti annienta, ti spegne, ti soffoca. Ho già tutto questo, è la malattia a darmelo. Lei con il suo essere presenza costante, ingombrante. Lei dal passo sempre più veloce del mio. Lei così brava a nascondersi e a sferzarmi i suoi colpi più bassi sfruttando sempre l’effetto sorpresa. Dal mondo, da quella parte di vita che posso ancora scegliere voglio aria, voglio luce, voglio libertà. Voglio quei brividi, quegli sguardi, quei passi testardi, quel piacere che sa di meraviglia, quella passione. Io voglio questo e se volerlo significa dover essere forte allora Sì, sono forte. Sono forte, testarda, prepotente, ma esserlo è lontano dall’essere un valore aggiunto. Non c’è nulla di bello in una forza imposta, che rivendica con prepotenza il suo spazio. L’esser forte ti impedisce di sentirti giusta, ostacola il naturale bisogno a volersi fermare a volte, rende difficile riconoscere di voler aiuto, di meritarlo. Dover esser forti ti impedisce di essere! Perchè a volte io sono anche il niente, sono paura, fragilità. Sono una vulnerabilità che teme di esser percepita. Ed in ognuna di quelle volte, in quei momenti non vorrei dover esser niente. Ci sono giorni in cui non vorrei nemmeno sentire. Perchè sentire, assorbire i sentimenti del mondo fa male. Ed io non riesco a voltarmi dall’altra parte, non riesco a ignorare ciò che sento, perchè il dolore non mi fa paura e finisco sempre a sfidarlo, a raccoglierlo anche quando non mi appartiene. Il dolore esiste. E non ci sono parole, non esistono, non esisteranno mai. Ma esiste anche il divenire, il volerci essere. Esiste la condivisione, esiste la paura di riscoprirsi fragili. Esiste quel sentire dimenticato e troppo spesso mercificato e svilito che io voglio continuare a chiamare umanità. Esiste l’amore, nelle sue infinite forme e sfumature, esiste la gioia, trepidante, impaziente. Esistono sogni e speranze. Esistiamo. Questo basta. Ed io esisto. E non voglio più impormi nessun dovere. Non voglio più sentire ad ogni costo. Lascerò a me stessa il diritto di sentirmi libera di essere. Darò libertà perfino ai miei sentimenti. Belli o brutti lascerò loro il diritto di mostrarsi, di divenire gesti, sussuri oppure un grido. Di trasformarsi in sorrisi o lacrime. O di essere solo silenzio.
La vita non è generosa, è cruda ma è e sarà sempre quello che scegliamo di essere, è la nostra bellezza, ma è anche quello che non riusciamo ad evitare di essere, nelle nostre contraddizioni, nella nostra fragilità. Noi tutti siamo vita anche quando la vita stessa ci schiaccia. Non esisterà mai un dolore giusto, non c’e giustizia in ciò che ti priva della tua libertà, ma nessun dolore dovrà mai privarci del diritto ad un riscatto. Quel volerci ridestare dal nostro stesso dolore, quel rialzarci dopo ogni caduta sarà la nostra rivincita. Il nostro primo passo. Ho compiuto tante volte quel primo passo. Tante, troppe volte ma mai mi vergognerò di esser caduta troppo presto, di aver perso la rotta, mai! È accaduto e accadrà di nuovo e ancora. E di nuovo e ancora compirò quel primo passo. Ed è proprio in quel primo passo che rivedo la mia forza. Ha il mio volto e il mio corpo, imperfetto e delicato. Ha la forma dei miei passi, dei miei sorrisi e la profondità del mio sguardo. Ha i colori dell’arcobaleno, e la resilienza di un’anima che ha deciso di non lasciarsi mai toccare dalla resa. La mia forza a me, ed io ho Lei!