Dalla tua parte


“Io sono forte!”
“Non lo sei amore….”
“Vorresti dire che non lo sono?”
“Non lo sei. Forte è la tua mente, il tuo animo, ma il tuo corpo non lo è.”
“E non basta? Basta mamma, la forza che ho è l’unica che ci serve.”
Un abbraccio lunghissimo, la tua testa nascosta tra il mio collo e la mia spalla. Qualcosa è cambiato nei nostri abbracci, ho permesso io che accadesse. Da tempo ti permetto di nasconderti tra le mie braccia, ti lascio libera di lasciarti proteggere. So di doverlo farlo, di doverti sorreggere, ed anche di doverti lasciare il diritto di crollare a volte. Te lo devo. Da molti mesi ormai ho lasciato che ogni tanto le parti si invertissero un pò, ho lasciato alle mie mani il compito di accarezzare il tuo viso e asciugarne le lacrime. Lacrime dolorose, ma giuste. Meriti questo spazio, il tuo dolore lo merita. Merita di essere ascoltato, cullato, protetto. A volte ammetto di non riuscire ad incrociare il tuo sguardo, non voglio incrociare i tuoi occhi, voglio essere forte, voglio esserlo per te, ma non sempre ne sono all’altezza. Ci sono istanti in cui sento così forte il tuo dolore che neppure io, che con il dolore mi ci prendo a pugni tutti i giorni, so come lenirlo. Io il mio lo curo grazie a te. Grazie a te che sei la mia mamma. E Lei, lei è la tua mamma, e nonostante i tuoi anni so quanto vorresti, anche solo per un momento, risentire la sua voce, quanto vorresti un suo abbraccio, quanto vorresti chiederle ancora una volta consiglio. Lei è la tua mamma e questo nemmeno l’alzheimer può cambiarlo. Eppure tutto è cambiato. Sono cambiati i nostri ritmi, sono cambiate le nostre abitudini, perfino le nostre scelte oggi sono diverse. Ogni gesto è diventato più attento, più delicato. Lei è la nostra bimba oggi. Davanti ai nostri occhi è la creatura da proteggere, da amare di più. Ma la nostra mente, la ragione, a volte riesce a scoppiare quella bolla di amore immenso in cui la culliamo e ci riporta coi piedi per terra. In quei momenti tutto diventa troppo, troppo ingiusto, ma con il tempo anche il nostro dolore è cambiato. Si è fatto più silenzioso, più profondo. Non amiamo parlarne troppo agli altri, non siamo più disposte ad acettare consigli non richiesti, chi vuole offrine è sempre ben accetto, ma solo se sceglie di affiancarci e non si limita a sterili giudizi. La realtà che viviamo sembra avere lame sempre pronte a trafiggerci. E tu che da sempre per me sei stata roccia e rifugio, perfino tu, ne risulti schiacciata. Tu che di dolore ne hai dovuto respirare troppo, e troppo presto nella vita. Come se non bastesse il destino ha scritto per te una pagina ancora più amara, quella pagina che porta in seno il pensiero del dopo di te. E già, perchè lo so che tra tutti i tuoi dolori il più grande, il più ingiusto e inconsolabile è proprio il dolore dato dal tuo essere terrena, dal tuo non poterci essere per sempre per me. Tu non sei solo una mamma, tu sei la mamma di una figlia diversa. Il tuo prenderti cura di me non ha visto il naturale prevaricare della mia indipendenza, non ha visto i miei passi procedere sicuri verso il futuro. La malattia ci ha poste l’una accato all’altra, ci ha legate a doppio filo su una fune su cui procediamo insieme troppo spesso in bilico. Vorrei riuscire anche solo per un istante a farti vedere quanta grazia, quanta bellezza, quanta verità accompagna il nostro essere lì, in punta di piedi, su quella fune. Il nostro essere, il nostro fondere insieme il nostro esistere è un mistero per i più. La vita sembra passarci accanto a volte e durante quelle giornate che sembrano non finire mai solo noi sappiamo trovare il modo di restare in equilibrio. Il nostro amore è quell’equilibrio capace di farci allargare le braccia, è il cercarci quando il silenzio diventa un grido fortissimo. Mano nella mano abbiamo attraversato autentici uragani, abbiamo sopportato vento e pioggia, e mai che ci fosse un ombrello a proteggerci. Bastavi tu, bastavo io. Bastavamo noi. Noi siamo scudo e armatura. Noi siamo quella lacrima sferzata da sorrisi che non accettano di vedersi morire. Noi siamo un caffè che rimette insieme i pezzi e il fumo di una sigaretta che spazza via i pensieri e rende nuvola le parole che non ci serve dire. Noi siamo le nostre mani strette l’una dentro l’altra pronte a macinare passi amari, e siamo la gioia di riscoprirci fragili ma testardamente attaccate alla vita. Siamo il tutto che spazza via il niente. Devo a te il mio essere donna oggi, devo a te la mia forza, il mio coraggio. Devo a te la mia volontà di non mollare mai. Devo a te la mia libertà. Sono una donna libera. Libera di pensare, di esprimere i miei sentimenti senza vergognarmene mai, libera di scegliere perchè capace di distinguere il bene dal male. Devo a te la vita, e devo a te ogni passo che la vita ha già scritto per me. Non posso cancellare il dolore dal tuo cuore, non posso scrollarti di dosso il peso di tutte le responsabilità di cui ti sei fatta carico, ma posso scegliere di stare dalla tua parte sempre. E la tua parte è la mia. È la prospettiva da cui guardo la vita e anche se dentro il mio cuore so che tu credi che il sole esiste davvero solo perchè io continuo a ricordartelo niente e nessuno mi impedirà mai di continuare a farlo, di spingerti a cercarlo perchè il calore dei nostri abbracci, quel nostro stringerci e salvarci, questo nostro eterno infinito amore che ci lega è il rinnovarsi ogni giorno di un’alba piena di vita. È il sole che sorge sulla notte più buia. E ti prometto nessuna notte sarà mai troppo lunga perchè io ogni giorno sarò lì, dalla tua parte, pronta a riportarti il sole, tutte le volte che servirà. 


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