Un abbraccio dalla pelle al cuore


Ci sono desideri che custodisci dentro di te come un tesoro dal valore inestimabile, ricchi di sentimenti inconfessabili, e non perchè colpevoli di qualsivoglia errore, ma per la sola paura di vederli svanire, di sciuparli, perfino di tradirli una volta divenuti verbo. Li tieni lì, chiusi in un angolino del tuo cuore, lasci che si sentano al sicuro, li nutri di piccole speranze e doni loro la certezza che un giorno diventeranno realtà. Una realtà da vivere!  
La vita, a volte beffarda, crudele e lasciva può infliggere ad un desiderio un dolore immenso. A nulla sarà servito nasconderlo, a niente sarà valso avergli donato una speranza. La vita lo trasformerà in un’illusione, prendendosi gioco anche di te. Quell’arcobaleno di mille colori si trasformerà in un tetro scambio di luci e ombre, e quel calore che sentivi pervaderti sarà la morsa di freddo più glaciale che tu abbia mai sentito stringerti l’anima. 

La fredda utopia di una realtà che sai non ti apparterrà mai, ma che sentivi già tua, perchè tu a quel desiderio avevi dato un nome, lo avevi dipinto. Lo avevi stretto al petto, e ad occhi chiusi, cullandolo su una piccola sedia a dondolo, in un giardino d’estate, avevi cantato per lui una dolce nenia. Tu a quel desiderio avevi creduto fin dal primo istanti in cui ti era esploso in petto, sentendo che era fonte di Verità Indissolubili e Felicità Infinita.
Semplicemente tu di quel desiderio vivevi. Ti ci eri affidata, ne avevi bisogno per chiedere a te stessa di non arrenderti, di continuare a crederci, per trasformare ogni No in un Si carico di Vita. Per farti Per Sempre.
Ma, a caro prezzo, hai imparato che la vita ordina, decide e dispone. Stravolge i piani, ti strappa dai tuoi desideri, e finisce con il mettere in discussione ogni tuo credo. Lo zero assoluto con il quale ti ritroverai a fare i conti e davanti al quale ti sentirei inadatta, incompleta, disarmata e sconfitta.

Quel desiderio diventerà dolore. Ti consumerà l’anima e ti obbligherà a guardare la tua vita occhi negli occhi. Cadrai, avrai paura e sentirai di voler andare lontano, anche da te stessa se fosse possibile. Il tuo esser Donna, la tua essenza, il tuo grembo si riveleranno un in più non necessario, vuoto, insulso.
Ti chiuderai al mondo, ti rifugerai nei tuoi ricordi di bambina e sentirai forte, fortissimo il bisogno di stringerti nell’unico abbraccio che sai sceglierà di proteggere perfino il tuo dolore, perchè quell’abbraccio nell’offrirti al mondo ti ha sempre difeso dal male.
L’abbraccio di chi per me trasformò un No in un Sì carico di Vita dandomi alla Luce.

Un disegno incomprensibile. Un’esistenza carica di realtà negate, nascoste, disattese. Una vita nata dal Rumore e che nel Rumore oggi si fa’ realtà, giorno dopo giorno. La mia realtà. Il mio essere Donna.
Il mio gridare alla vita che il suo dirmi No non basta per spegnere la fiamma di quel desiderio di cui vuole ad ogni costo privarmi. Con disarmante consapevolezza e immensa fatica ho scelto di abbracciare il dolore. Ho compreso di doverlo vivere.  Avrei potuto abbandonarmi a me stessa, rifiutare questa realtà, rinnegare perfino la ragione, e tutto pur di non sentirlo. Invece, l’ho accolto. Mi sono presa il diritto di gridare la mia rabbia, di piangere, di sentire la mia anima consumata, distrutta e persa. Ho scelto volontariamente di cadere. Dovevo cadere. Dovevo incontrare me stessa sul fondo e perdonarla, perdonarmi, e darmi il permesso di scegliere di rialzarmi. Rialzandomi ho ritrovato in me la certezza di non essermi arresa a quel no, e la forza di aggrapparmi a quel Sì, riscoprendo di non aver mai smesso di credere che quel desiderio forse un giorno diverrà realtà. 

Ed è tutto qui. Sono Io. E’ Elly. E sono ancora Io. Io che scelgo di fidarmi di questa vita, che mi ci affido. Io che credo. E sempre io che di questa vita ho bisogno. Fiducia e Bisogno. Affidamento e Necessità. Esistere ed Essere. Si ha bisogno di fidarsi. E’ necessario affidarsi. E solo esistendo si sceglie di essere, si sceglie di vivere.
Un giorno qualcuno mi disse di non concedermi permessi sbagliati. E nell’errore, nell’imperfezione io ho capito che troppo avevo negato a me stessa. Ho compreso che ogni volta che sfuggivo al dolore, che negavo l’esistenza di un tale e atroce sentire, mi allontanavo da me stessa. Sfuggivo, e mi concedevo l’ennesimo permesso sbagliato. Oggi, accetto la lotta, ardua e impari. Accetto perfino il mistero che dietro questo disegno si cela, e ti nasconde. Oggi rinnego l’idea di dover rinunciare a Te, che del mio esser donna saresti il compimento. Siamo esseri fragili, siamo esseri fallaci, siamo semplicemente esseri umani che scelgono di vivere. 

La vita è una giostra che non smette mai di girare, un cerchio perfetto, un abbraccio a tutto tondo. L’abbraccio in cui io oggi mi rifugio. L’abbraccio con cui, un giorno, sogno di proteggere te, dalla pelle al cuore, verso l’infinito e oltre..


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