Cambia la forma ma non la sostanza. La sostanza resta sempre la stessa!
Apparenti differenze che si trasformano in fatti che pesano come macigni, perchè è un fatto sentire che la forza, quella forza che chiami Vita, che gridi, che senti tua, giorno dopo giorno, viene meno.
Ed è un fatto vedere questa stessa forza scivolarti tra le dita, senza poterla trattenere.
E si ritorna al punto: attimi, momenti, lotte infinite, speranze e sfide.. ma il punto resta sempre il medesimo: Sei Malata!
Puoi cambiare la prospettiva, ostinarti a vedere il bicchiere mezzo pieno, gridare al mondo che tu ci credi, ma non cambia, e non cambierà!
Fatti, questo quello che hai. Fatti che ti appartengono, dai quali non puoi fuggire, e a cui ti aggrapperai, arrivando perfino ad amarli e odiarli allo stesso tempo, perchè capirai essere l’espressione più vera di ciò che sei.
Ed è un fatto, l’ennesimo, che tra nord e sud vi sono innumerevoli differenze. Dal freddo e patinato apparire allo sfacciato e irriverente essere, ma anche in quest’ottica se sei malato, cambia la forma ma non la sostanza.
L’illogico ma pur sempre vero paradigma tra volontà e pregiudizio diviene palese agli occhi del mondo, annullando così ogni confine. Ciò per cui lotti, e a cui non vuoi rinunciare perchè è tuo di diritto, si contrappone al tuo essere Diverso, al tuo sentire forte e ingiusto il disprezzo del mondo, frutto di una realtà innegabile, ma macchiata dal freddo cinismo e dalla cieca indifferenza.
Occhi ciechi e anime sorde ma non a tal punto da impedire a chi si ribella a questo stato di torpore, sano o malato che sia, di comprendere che l’esser malati è una condizione, e non una giustificazione alla mancata volontà di fare, al desiderio di essere e di esserci.
Mi guardo intorno, ciò che dovrei sentire mio mi appare oggi così diverso, mutato, lontano.
Ho accettato di intraprendere un viaggio per un Bene Superiore, una sorta di riscatto, ma un conto imposto, e compromessi necessari negano alla meraviglia di essere il fondamento di questo mio nuovo inizio.
La malattia è un fatto, una condizione immutabile, ma se da un lato rappresenta la ferma disillusione nei confronti della vita, è anche ciò che trasforma l’oggi nella nostra vera opportunità.
Ed è dietro quest’opportunità che la voglia di riscatto si sostituisce alla paura di un nuovo inizio, e mi porta ad esser una Donna che non desidera altro che trovare il proprio posto nel mondo, vivendo senza per questo dover mortificare la mia anima. Ed ancora, mi permette di rinnegare, con assoluta convinzione, ogni sorta di falso moralismo e finto pietismo che puntualmente mi sono propinati.
Nuove forme, nuove realtà e un presente tutto da ricostruire. Un incontro, scontro, con l’ignoto. A me il compito di trasformare una realtà così subdola e disarmante in una variante, non considerandola quindi una formula dai connotati imprescindibili.
Il mio infinito essere non è una formula esatta e imprescindibile. Non ha regole, e non si racchiude in un’unica identità. Appare folle, quasi irreale, ma è in questa follia che io ho trovato la forza di mantenere intatto e sempre vivo il mio essere.
La mia infinita voglia di vivere nient’altro è che il frutto del viaggio più importante che io abbia mai deciso di intraprendere.
Ciò che oggi so essere con assoluta certezza il mio più grande tesoro, quella consapevolezza che mi ha donato quel senso incondizionato di libertà, ciò che sebbene sia stata la più dura delle prigioni, l’immagine allo specchio che io con tutta me stessa allontanavo, oggi è la fonte dalla quale mi disseto e la linfa di cui mi nutro.
E’ stato necessario perdermi, ho dovuto scavare dentro ogni piccolo anfratto della mia anima per capire che non tutto era perso, ma stava semplicemente assumendo una forma diversa. Una viaggio alla ricerca di me stessa. Un viaggio per riscoprirmi Viva, seppur diversa, seppur malata. Ed è stata Lei, che imponendosi, mi ha imposto quel viaggio.
Un viaggio di dolore. Un dolore, quello di un anima in balia di se stessa, che differisce dal dolore fisico. Il dolore fisico diventa un particolare sottovalutabile, non necessario, e da me oggi totalmente ignorato. Qualcosa che non reputo un problema, e solo in nome del fatto che un problema avrebbe, in linea teorica, una soluzione.
Lei, la Sconosciuta, non ha soluzione. Non era un problema da risolvere, bensì una nuova realtà da dover affrontare.
La prova inconfutabile del mio cambiamento si celava dietro al repentino mutare dei miei lineamenti che in un attimo non erano più i miei.
E’ come esser privati della propria identità in un assurdo gioco a tempo. Un’altra me. Una sconosciuta che oggi conosco in ogni sua più intima sfumatura, in ogni suo particolare, e che sebbene per molto tempo mi ha portato a nascondermi, a vergognarmi, perfino a volermi dimenticare di me stessa non è mai riuscita a privarmi del mio Io.
E’ innegabile, in un attimo poteva e può disporre del mio tempo, del mio agire, dei miei sensi ma mai della mia Volontà, del mio Essere.
Un essere che oggi grida la sua voglia di esistere e che non senza un pizzico di follia, in risposta alla non risposta della scienza, ha deciso di chiamare lei, la Sconosciuta, Piccola Bu.
Piccola Bu, la prima piccola altra me. Piccola Bu, colei che mi ha insegnato a far sorridere il mio Spirito anche quando le mie labbra non possono farlo.. ..