Diversa


Pensarsi altro da ciò che si è. Immaginarsi altro. A volte mi capita di pensare di essere altro da ciò che sono, di immaginarmi diversa. Una diversità diversa, lontanissima dalla diversità che il mondo mi ha cucito addosso. Tutto di me appare al mondo diverso. Diverse sono le mie abilità, diverso è il mio vivere, diverse sono le mie parole. Diversi sono i miei gesti, diverso è il mio sguardo. Diverse sono perfino le mie scelte.  Sono diversa, la diversa. Le mie parole oggi vogliono parlarvi davvero della mia diversità. Vogliono abbattere un muro che dell’essere divisivo non fa il suo baluardo perchè la mia diversità è diversa da quella che le chiacchere del mondo si ostinano a sussurrare, che pretendono di saper raccontare.

Tra le mani stringo una lettera, non vi parlerò del suo contenuto, non parlerò di Lei, vi parlerò di me. Ogni parola, ogni virgola, ogni punto e spazio sembrano voler cancellare ogni traccia di me, finendo per sostituirsi a chi io davvero sento di essere. Non è un caso che io non scriva a chi voglio essere perchè la verità è che io non voglio essere niente di diverso dalla donna che sono oggi. Amo la mia immagine allo specchio, amo il mio corpo, amo la mia pelle e ogni mia più piccola imperfezione. Sono perdutamente innamorata di me, di questo mio sentire così profondo, che ammetto essere a tratti tanto doloroso, ma il solo capace di darmi la scossa. Amo la mia testardaggine, questa mia volontà, spesso contraria, sempre pronta ad alimentare un coraggio a cui mai permetto di vacillare, che mi spinge a rischiare, che mi scuote tanto forte da farmi vacillare prima e di spiccare solo poi il volo. Amo i miei sorrisi, le mie lacrime ed anche i miei silenzi. Amo ogni tratto che mi rende diversa, unicamente perchè più attenta, ricercatrice certosina dell’infinitamente piccolo. Un infinitamente piccolo su cui ho scelto di costruire ogni istante di ogni singolo giorno. La mia diversità ha i passi di un gigante ma l’anima leggera. Le sue orme segnano un cammino che muta, si riduce in cenere per poi tornare a disegnare lunghe scie di luce. Una luce che abbaglia, confonde, zittisce, stupisce. Accende i miei occhi e mi permette di mostrare al mondo la vera essenza del mio essere diversa. Per il mondo una lacrima un sorriso lo sporca, lo imbruttisce. Con il tempo ho capito che ogni lacrima a cui ho permesso di scorrere, che ha bagnato i miei sorridi testardi ha dato dignità al mio dolore, ha sancito un patto fraterno con una forza che a quell’anima leggera fa scudo. E in ognuno di quei sorrisi bagnati, stropicciati ho visto la fragilità, crisalide di sogni infranti, plasmarsi e diventare diamante. Un diamante imperfetto, custode di una piuma che con orgoglio ha mostrato la vera essenza della mia esistenza rara.
Immaginarsi altro da ciò che si è. Essere semplicemente chi si è davvero. E quindi eccomi. Un concentrato di contraddizioni, sempre pronta a reinventare ogni fottuto attimo che la vita sembra volermi strappare. Fiera di questo mio corpo ancora capace di offrire amore, ma che dell’amore non accetta piu le briciole. Eccomi, con questi mie pensieri a volte così irriverenti, sempre schietti. Ho fatto di quel meno che la vita mi ha imposto il di più che mi ha permesso di reinventarmi, di rinascere. Ho lasciato che la mia anima tornasse a sentirsi leggera. E torno a quel foglio, a quelle parole. L’ho stretto piano tra le mani, ho sorriso appena ho sentito quella lacrima bagnarmi il viso e arrivare fino alle mie labbra. Ho chiuso gli occhi e per un attimo, un solo piccolo attimo, sono tornata a vedere solo me. E ho sorriso, sorriso davvero. 


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