Una nuova rotta


Ho detto basta alle parole lasciate al caso. Ho detto basta agli abbracci miseri e agli sguardi sommessi. Ho detto basta ai giudizi di sorta, a chi punta il dito e a chi della mia mano fa un mezzo di comodo. Ho detto basta al pressapochismo, al vuoto, allo scherno. Ho detto basta e ho fatto silenzio. Ho preso poi il silenzio e l’ho riempito di respiri, di parole e di pensieri. L’ho riempito di me. Ho guardato i miei occhi fissi davanti allo specchio, ho alzato le spalle e ho gridato ‘fanculo. E ho trasformato quel grido in pezzi di libertà, schegge impazzite da scalgliare contro l’immobilità. Ho fatto poi di ogni respiro ossigeno puro, l’ho sentito scoppiarmi nei polmoni e riempirli di aria buona, di nuova forza. Io che ho capito di farcela nell’esatto momento in cui tutto mi è sembrato perso, io che ho pianto tutte le mie lacrime all’idea di essere un guscio vuoto per sempre, io che ho dovuto accettare di dirmi addio e di dover rinascere dal niente, io che scavalco ogni muro che la vita mi impone e continuo a sognare. Io che ho imparato ad essere forte perchè la vita me lo ha imposto, senza lasciarmi scelta. Io che davanti a questo specchio accarezzo la mia cicatrice e le parlo, che se chiudo gli occhi posso disegnarla tanto la conosco, per tutte le volte che l’ho toccata, odiata e poi amata con tutta l’amore che avevo. Io che lascio scorrere le dita sulle mie costole e mi accorgo che qualcosa è cambiato, di nuovo, che le immagino diventare tasti di un pianoforte di cui solo io conosco le melodie. Io che di quel che vedo riflesso sono orgogliosa, che mi prendo cura di questa mia pelle così fragile e setosa, che riempio d’amore ogni mia imperfezione. Io sempre io che dell’esser impegnativa ho fatto un vanto, il vezzo che abbaglia chi ha paura di guardarmi davvero, chi in me vede solo una creatura diversa. Io quella delle premesse importanti, dai pressuposti e delle rinunce a denti stretti, quella dei sorrisi pronti a far dispetto alle lacrime, quella del tutto, del niente e del di nuovo tutto per un altro pò. Ed è proprio in quel di nuovo tutto per un altro pò che ritrovo quel mio essere goccia pronta a far traboccare il vaso, un vaso che ho scelto di riempire di acqua limpida, di inarrestabile voglia di fluire. Ritrovo quel brivido, quel sentire mai stanco di osare, di frugare tra i particolari, di rincorrere sguardi e godere di ogni respiro. Mi accorgo così, in un attimo, veloce e irreverente, che di questo silenzio, così pieno di parole pensieri e respiri, resta solo la voglia di alzare la testa, allargare le spalle e tornare a sfidarmi. Nessun errore, non è al mondo che lancio la mia sfida, nè alla malattia, ma a me. Mi sfido a voler esser altro, a dipingere di nuovi colori la mia tel e scegliermi. Mi sfido ad uscire dagli schemi, a rinnegare le assurdità imposte dall’egoismo altrui. Mi sfido ad esser altro, ad emozionarmi, a scoprirmi. Mi sfido nel concedermi di tornare ad essere amata, a sentirmi di nuovo desiderabile. Mi sfido a lasciarmi il diritto di sentirmi leggera, a gustare di ogni frammento di libertà, sentendoli miei, piccoli doni di meritate nuove occasioni. Mi sfido a dimenticarmi del dolore, dell’irriverenza della me malata, dell’egoismo del mondo. Mi sfido ad amarmi, di un amore nuovo, profondo, viscerale, genuino. Un amore che oggi so con assoluta certezza di meritare anche io. Mi sfido a non domandarmi più cosa mi riserverà il futuro e a vivere pienamente ogni momento, ogni istante. Il qui e ora è l’unico tempo di cui dispongo, l’unico per cui lottare davvero. È arrivato il momento di dare una nuova rotta alla Fenice che vive dentro di me, di lasciarla libera di volare, perchè un nuovo capitolo sta per essere scritto.. ..


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