Guardo il cielo e con lo sguardo seguo il riflesso dei raggi del sole perdersi tra le tenere spighe di grano. Il canto dei grilli sembra cullare i miei pensieri e mi sento leggera. L’estate è alle porte, dispettosi e improvvisi temporali a volte tornano a far capolino in queste giornate, ma tutto sembra risplendere. La natura torna a offrirci autentici spettacoli di bellezza, sembra volerci regalare piccole gemme preziose di perfezione. E di queste piccole gemme, di questi attimi piccoli, piccolissimi io mi nutro. Rubo ogni attimo e lascio che la mia anima si nutra di quella leggerezza, di un sentire che non necessita di parole. Ho bisogno di questi momenti, ne ho bisogno quando cerco di dimenticare il dolore, quando ho bisogno di una via di fuga, quando rischio di dimenticarmi della bellezza. Il valore della bellezza mi è stato insegnato da un uomo che con un solo sguardo sapeva regalarmi la certezza di un amore puro e indissolubile. Non c’è giorno in cui non parli con te nonno. A volte mi chiedo se saresti orgoglioso di me. Chissà cos’avresti detto di questo mio strano modo di vivere, sempre fuori dagli schemi, sempre fuori tempo. Oggi sono una donna, il tuo ragnetto è cresciuto, e la mia vita è assai diversa da quella che sognavo in sella alla tua vespa. Quanti pomeriggi trascorsi insieme, con te anche il silenzio aveva una storia da raccontare. È tra quelle curve io sono cresciuta, inconsapevole che un giorno la bellezza di cui tu mi permettevi di godere mi avrebbe salvata. Oggi sono lontana da quel cielo che mi ha vista diventar donna, che ha visto i miei sogni svanire, che ti ha preso con se, ma nonostante siano trascorsi dieci lunghissimi anni dal nostro addio io quel pezzetto di cielo l’ho rubato ai ricordi e me lo sono cucito dentro. La bellezza è il mio amuleto, è il per sempre che tu hai scelto di lasciarmi. Ed è l’unico per sempre di cui io sia disposta a fidarmi. Ho bisogno di credere che esista, ho bisogno di sapere di aver infinite seconde possibilità, di poter esser altro, oltre la malattia. Ragnetto a volte perde, perde terreno, sente le sue zampette stanche, non trova la forza per tessere la sua tela. Ragnetto spesso si sente in pericolo, si sente solo, incapace di proteggersi, ma ragnetto oggi ha imparato. Sì, ho imparato. Ho imparato ad asciugare le lacrime e spazzarle via con un sorriso. Ho imparato ad accettare ciò che non posso cambiare, trovando poi un altro modo. Ho imparato a gridare le mie ragioni, a difendermi, a proteggere il mio dolore senza dimenticarmi di proteggere quello di chi amo. Ho imparato ad accettare ogni no, a chieder scusa se necessario e a pretenderle se le merito. Ho imparato a credere a chi ti offre un abbraccio, ma a diffidare di chi abbracciandoti cerca di rubarti l’anima. Ho imparato ad amare ogni limite, ogni mia cicatrice, e ogni più piccola imperfezione. Ho imparato ad esser forte, ad investire i miei passi e i miei gesti con coraggio e caparbietà. Ho imparato e ancora tanto dovrò imparare. La tua memoria è stata un insegnamento silenzioso, e oggi è il mio tesoro più grande. Lascerò ad un raggio di sole, ad una folata di vento, alla bellezza il potere di portarmi altrove, di donarmi quel senso che a volte sfugge ma che so essere l’unico possibile per continuare a credere che la vita sia meravigliosa. Un bacio nel vento Sceriffo.